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Deliri propagandistici

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C ome in tutte le campagne elettorali anche oggi a Genzano se ne vedono, se ne leggono e se ne sentono di tutti i colori. A proposito di colori! Simpatico quel manifesto del candidato a sindaco di terza fila che fa il verso ad un famoso artista statunitense. Ora mi chiedo però un Gabbarini così cosa ne sa veramente di Andy Warhol e la Pop Art? Ha forse scelto il quadruplo ritratto multicolore perché a suo tempo colpito da un originale visto in qualche mostra o in qualche pagina patinata di un catalogo dedicato alle avanguardie artistiche degli anni sessanta? Lo ha scelto lui, o gli è stato proposto da qualche giovane e dinamico PR? Evidentemente lui non conosce, o forse non ricorda, quali siano i prototipi originali di questa famosa trovata di Andy (Warhol, non Capp). I due più famosi sono i ritratti multipli di Mao Zedong e di Marilyn Monroe; in quale dei due Gabbarini si identifica? Mao o la Monroe? Forse tutti e due? Comunque non basta l'immagine, spicca anche in modo fulminante

Non abbandonare l'elettore della Lega, adottane uno

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S arà successo di sicuro anche a voi una cosa simile. Avete un vicino di casa, una persona tranquilla, che saluta quando l'incontrate nell'androne del vostro palazzo. Come voi ha un cane. Il vostro si chiama Beria ed il suo Adi. Un paio di volte vi è anche capitato di parlare dei vostri cani, tranquillamente. Poi un giorno lo incontrate per caso all'ufficio postale nella fila per pagare qualche bolletta. Si inizia scambiandosi le solite lamentele da fila dell'ufficio postale, niente di insolito, quando improvvisamente, come un fulmine a ciel sereno lo sentite scandire la frase: "Questo dimostra che i Protocolli dei sette savi di Sion stanno prendendo sempre più piede!" Vi rendete conto di colpo che aveva uno strano luccichio negli occhi e le congiuntive leggermente arrossate. Li per li non sapete che fare. Spiegargli cautamente che i "protocolli" sono una delle più grandi bufale antisemite mai inventate, che vengono subito dopo la bufala quattrocente

Se vogliamo il futuro dobbiamo anche capire dove abbiamo sbagliato nel passato

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E ra il febbraio 1998 e sul Giornale Locale scrissi un articolo a dir poco pessimistico. Lo ripropongo qui in questo blog e per questa campagna elettorale, perché sono convinto che se si vuole andare avanti, se veramente si vuole migliorare la situazione e lavorare per un futuro migliore e possibile, non ci si può nascondere dietro ad un dito e fare finta che in passato non siano stati fatti gravi errori. Se veramente vogliamo far rinascere Genzano, non possiamo fare finta di niente. Con un sincero atto di autocritica dobbiamo fare un bel "mea culpa" battendoci sul petto, onestamente. Riporto il mio articolo di oltre venti anni fa senza cambiarlo ne correggerlo dove necessario; devo anche confessare che se lo scrivessi oggi sarebbe esattamente lo stesso, salvo piccoli ed insignificanti particolari. Qualcuno potrebbe pensare che ripubblicare un articolo del genere in campagna elettorale può essere controproducente. Forse. La verità è spesso scomoda, ma senza verità non si va

Non dobbiamo tafazzare

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I l declino politico-amministrativo di Genzano dura ormai da troppo tempo e sentiamo tutti la necessità di un netto cambiamento, di un cambiamento di rotta. La cosa di certo non si presenta facile. Regna da qualche tempo a questa parte una pericolosa confusione e la gente è frastornata, è sempre più impaurita. La politica è diventata una parola che in molti suscita irritazione e spinge purtroppo o al rifiuto del voto oppure a fare delle scelte irrazionali. Entrambe le risposte sono gravi errori. Ci sono due specie di Tafazzi: quello che non vota e quello che vota a cavolo   Chi non vota è come se non esistesse; non votando si toglie da solo un diritto fondamentale. L’astensionismo elettorale, che negli ultimi decenni è cresciuto a dismisura, ha contribuito in gran misura al peggioramento della situazione politica. Meno elettori vanno alle urne e più peso guadagnano le clientele e le combriccole, le quali riescono con pochi voti a condizionare in modo scorretto, a volte in modo illegale

Discorso su Genzano

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G enzano è ad un bivio e questa volta deve scegliere, cosa non facile, come imboccare la strada giusta. Il dilemma è vincere o perire, tanto grave è la situazione. Per comprendere meglio quali siano i rischi che si corrono diamo un’occhiata all’evoluzione sociale, materiale e politica della città.   Oggi l’Appia attraversa Genzano, ma non è stato sempre così. Per andare da Roma a Napoli si prendeva la strada per Marino, da dove si saliva fino alla Faiola per poi scendere verso Velletri. Anche l’Appia vecchia, che arrivava ad Albano, poi scendeva verso Vallericcia e risaliva sotto a Collepardo per scendere nuovamente verso Lanuvio; neanche toccava Genzano.   Tutto cambia, come ci narra Lodovico Antonio Muratori nei suoi Annali d’Italia nell’anno 1780, parlando delle opere compiute da Papa Pio VI: Fece pure una nuova strada, che da Albano conduce a Velletri, e che va poi ad unirsi alla via Appia. ed aggiunge ancora all’anno 1781:   Il Santo Padre nel mese di Aprile condursi pu

Tutto quello che volevate sapere di e da Corrado Lampe per queste elezioni comunali di Genzano di Roma del 2020 e non avevate il coraggio di chiedere

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Questo è il mio blog personale per le elezioni comunali di Genzano. Innanzitutto vorrei ringraziare Woody Allen e Lina Wertmüller per avermi, a loro insaputa, ispirato il titolo. Non sono nuovo alla politica e tantomeno lo sono come candidato. A cavallo del 2000 mi sono candidato più di una volta e per più di una rappresentanza, cioè Comune di Lanuvio, Provincia di Roma e Parlamento Nazionale. Ritratto di Corrado Lampe dell'artista albanese Zinni Veshi  Il partito in cui avevo militato sino ad allora non aveva mai pensato di candidarmi da qualche parte, anche se mi aveva fatto frequentare la gloriosa Scuola di Frattocchie, dove non solo si studiava la storia del movimento operaio, ma si imparava anche come funzionavano le istituzioni, come si amministrava un comune e in genere come si svolgeva la vita politica. Dalla Direzione del mio partito fui anche chiamato per tradurre dal tedesco articoli di giornale e documenti vari ed anche a fare da interprete in occasione di vari congress