Deliri propagandistici

Come in tutte le campagne elettorali anche oggi a Genzano se ne vedono, se ne leggono e se ne sentono di tutti i colori. A proposito di colori! Simpatico quel manifesto del candidato a sindaco di terza fila che fa il verso ad un famoso artista statunitense. Ora mi chiedo però un Gabbarini così cosa ne sa veramente di Andy Warhol e la Pop Art? Ha forse scelto il quadruplo ritratto multicolore perché a suo tempo colpito da un originale visto in qualche mostra o in qualche pagina patinata di un catalogo dedicato alle avanguardie artistiche degli anni sessanta? Lo ha scelto lui, o gli è stato proposto da qualche giovane e dinamico PR? Evidentemente lui non conosce, o forse non ricorda, quali siano i prototipi originali di questa famosa trovata di Andy (Warhol, non Capp). I due più famosi sono i ritratti multipli di Mao Zedong e di Marilyn Monroe; in quale dei due Gabbarini si identifica? Mao o la Monroe? Forse tutti e due?

Comunque non basta l'immagine, spicca anche in modo fulminante il suo slogan: La Forza Capace. "Che la Forza sia con me!" deve essersi detto ridacchiando.

Sono ora d'accordo con quelli che dicono che non si dovrebbe attaccare o denigrare un avversario. Il buonismo ad oltranza e l'onnipresente correttezza politica ce lo imporrebbe. Ma io qui mica sto insultando, sto solo descrivendo il modo in cui un candidato si presenta al suo pubblico di elettori.

Anche le sue idee, o proposte, o visioni lisergiche sono lontane dalla politica e rientrano più in un antico filone della comicità involontaria mista a confusione mentale. Basta leggere con attenzione le sue dichiarazioni pubbliche per capire che qui non ci troviamo di fronte ad un rappresentante politico, ma davanti ad un cialtrone da fiera di paese, che cerca di avvincere e convincere un pubblico, che lui immagina di creduloni, per appioppargli una pozione magica.

“Eco-sostenibilità è la parola chiave del nostro programma di governo", questa la sua apertura, la sua base propagandistica, l'immagine eco-ambientalista che si vuole dare, sulla quale siamo tutti d'accordo; del resto si tratta della "sensibilità generalizzata" che si è imposta in modo particolarmente forte sull'onda della nota pandemia. Parla di ambiente che ti votano.

Magari funzionerebbe come slogan, ma poi segue la descrizione di come lui si immagina la sua "rivoluzione green", come la chiama all'inglese, strizzando l'occhietto ai suoi potenziali sostenitori più giovani. Rincara anche la dose aggiungendo: “Eco-sostenibilità è la parola chiave del nostro programma di governo...".

Mi sembra di vedere le masse che lo ascoltano gridare di gioia e liberare in cielo centinaia di palloncini verdi a forma di pollice in su a mo' di colossale like.

Ma i palloncini, già al primo approfondimento del tema, di colpo si aprono schizzando via a zig zag producendo un suono vibrante, il quale in altri contesti verrebbe ritenuto da scostumati.

La frase sulla eco-sostenibilità infatti prosegue con: "... che abbiamo declinato, come un vestito su misura, in tutti gli aspetti della nostra città, dal decoro cittadino ai trasporti, dalla valorizzazione del patrimonio esistente fino allo sviluppo turistico." Ora, a parte il pluralis majetatis ed l'ambito sartoriale, l'affermazione evidentemente non si riferisce a Genzano, ma ad una città ideale la cui conoscenza è limitata esclusivamente al Gabbarini. Primo punto il decoro cittadino. Una bella espressione ottocentesca, che però non fa comprendere ai più cosa sia. Se si vedono giusto per esempio le tante vecchissime e bruttissime insegne al neon, altamente deturpanti, che cosa è stato fatto sino ad oggi o in passato? Ben poco; ci sono insegne decorose, ma dovute esclusivamente al buon gusto di singoli commercianti.

Secondo i trasporti. Quante linee metropolitane, ferrotranviarie o automobilistiche amministra e gestisce il Comune di Genzano? Quanti autobus deve riconvertire al metano? Non si capisce. AHHH! Forse intendeva la viabilità, volgarmente definita "traffico automobilistico"! Beh, il vocabolario forse gli sembra essere una camicia di forza ed usa dunque una parola per l'altra, liberamente e creativamente. Che secondo lui il vocabolario vada usato con manica larga lo dimostra anche quando dice che nel 2015 è stato raggiunto il 70% di rifiuti differenziati. Se conoscesse l'italiano avrebbe detto correttamente che si era raggiunto il 70% di differenziazione dei rifiuti.

Questa puntualizzazione a molte persone apparirà forse esagerata, ma non è così. Nei decenni passati, soprattutto a causa delle emittenti private, grandi o piccole che sia, si è persa a livello generale l'abitudine a parlare correttamente. Non solo la grammatica ha subito gravi offese, ma si è assistito impotenti allo stravolgimento del significato delle parole. Ora interessa poco se a parlare a vanvera è un simpatico ed onesto signor nessuno, ma quando si aspira ad una carica pubblica un eloquio corretto sarebbe il minimo indispensabile.

Potrei finire qui, perché per me una persona che ha seri problemi di comunicazione verbale nella propria madrelingua non dovrebbe poter aspirare a cariche pubbliche, ma Gabbarini ci ha riservato ulteriori uscite fantasmagoriche. Riprendo sempre dai giornali lo spezzone di una sua esternazione: "... abbiamo inserito anche la realizzazione di giardini verticali, i giardini pensili e le coperture a verde degli edifici che migliorano la qualità dell’aria e abbelliscono gli spazi cittadini, e gli orti urbani, isole di verde comunale date in comodato d’uso a gruppi di cittadini per coltivare ortaggi e frutta."

Questa frase dimostra senza possibilità di dubbio come Gabbarini viva con la testa su di un altro pianeta. Chi non conosca Genzano e non l'abbia mai vista, dopo aver letto questa frase capisce che Genzano è una mostruosa metropoli di milioni di abitanti di qualche provincia cinese. Tutti sanno che la qualità dell'aria a Genzano è pessima. La sua posizione in fondo ad un'ampia valle impedisce ai venti di portar via le asfissianti nubi tossiche causate dai milioni di automobili che vi circolano. Essendo totalmente priva di aree verdi, si pone la necessità di realizzare dei giardini pensili sugli ettari ed ettari di coperture a solaio delle centinaia di migliaia di mega-condominii. Non avendo nelle vicinanze la possibilità di coltivare degli orti agli abitanti saranno assegnati dei lotti di qualche metro quadrato lungo le olmate per coltivare cavoli, broccoli e zucchine. Ma la perla assoluta sono i "giardini verticali"


L'architetto italiano Stefano Boeri ha progettato questi bizzarri edifici per una metropoli cinese. Comunque due prototipi sono già stati realizzati a Milano. Si tratta di una bella trovata, ma con poco futuro. Quello che Boeri forse neanche sapeva e di fronte a cui tutti gli estimatori della boutade fanno finta di non sapere, è che le piante, specialmente arbusti ed alberi, hanno la fastidiosa abitudine di crescere. Come se non bastasse vanno, in cattività, anche innaffiate e curate regolarmente. Solo un palazzo di questi di quanti giardinieri ha bisogno? In quanti si possono permettere una roba del genere? Quanto questa sfiziosa invenzione ha veramente un valore eco-ambietale sostenibile?

E poi scusatemi: a Milano o in una tentacolare metropoli cinese pure pure, ma al centro di Genzano sarebbe solo una cafonata, una bojata pazzesca!

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