Tutto quello che volevate sapere di e da Corrado Lampe per queste elezioni comunali di Genzano di Roma del 2020 e non avevate il coraggio di chiedere

Questo è il mio blog personale per le elezioni comunali di Genzano.

Innanzitutto vorrei ringraziare Woody Allen e Lina Wertmüller per avermi, a loro insaputa, ispirato il titolo. Non sono nuovo alla politica e tantomeno lo sono come candidato. A cavallo del 2000 mi sono candidato più di una volta e per più di una rappresentanza, cioè Comune di Lanuvio, Provincia di Roma e Parlamento Nazionale.

Ritratto di Corrado Lampe dell'artista albanese Zinni Veshi 

Il partito in cui avevo militato sino ad allora non aveva mai pensato di candidarmi da qualche parte, anche se mi aveva fatto frequentare la gloriosa Scuola di Frattocchie, dove non solo si studiava la storia del movimento operaio, ma si imparava anche come funzionavano le istituzioni, come si amministrava un comune e in genere come si svolgeva la vita politica. Dalla Direzione del mio partito fui anche chiamato per tradurre dal tedesco articoli di giornale e documenti vari ed anche a fare da interprete in occasione di vari congressi nazionali, un compito di alta responsabilità. Accompagnai come interprete e come responsabile delegazioni in visita in Italia da tutta Europa (bastava che parlassero tedesco). Infine fui anche chiamato a lavorare per delle società commerciali di import-export appartenenti al partito, per le quali fui anche inviato frequentemente in paesi socialisti. Il mio lavoro e le mie capacità erano generalmente apprezzate, ai massimi livelli. Solo a livello locale, non ho mai capito perché (o forse non lo volevo capire) i vari dirigenti avevano nei miei confronti uno strano atteggiamento, ma non vado oltre, per non diventare polemico. Ad onor del vero va detto che un dirigente a livello locale mi stimava, tanto da chiamarmi varie volte per degli incarichi: Gino Cesaroni. Mi fece curare un libro sull'Infiorata e poi altre diverse pubblicazioni del comune. Solo nel mio comune c'era della sorda ostilità nei miei confronti, ma io non mollavo e continuavo a fare quello che credevo fosse il mio dovere; la mia autodisciplina rivoluzionaria mi imponeva di fare buon viso a cattivo gioco.

Ero ritenuto un rompipalle (mi fu riferito che addirittura un presidente dell'Assemblea Regionale del Lazio mi onorò di tanto epiteto), solo perché discutevo con argomenti solidi e soprattutto non ero sempre d'accordo quando a livello comunale o regionale si prendevano delle decisioni che io ritenevo deleterie e che non sempre erano in linea con gli ideali professati dal mio/nostro partito. Purtroppo su varie cose avevo ragione e le conseguenze nefaste che paventavo si sono poi in gran parte avverate.

Ma basta col passato, tra l'altro molto lontano. Il mio partito si suicidò ed io fui costretto, per non cambiare le mie idee, a cambiare un paio di volte partito. Iniziarono così le mie candidature, nelle quali mi impegnai pur essendo realista e sapere che solo per un miracolo sarei stato eletto. Finalmente però potevo fare le mie battaglie all'aperto. Si trattava principalmente di ambiente, cultura ed archeologia. Insomma, le mie candidature erano polemiche e volevo mettere a nudo i problemi che mi parevano più gravi, come ad esempio il mercimonio elettorale e l'arroganza che iniziava a dilagare pericolosamente.


Mi ero ad esempio fatto stampare delle banconote, ancora c'era la lira, con sopra la mia bella faccia e poi le offrivo in cambio del voto. La cosa bella è che molti elettori mi manifestarono con il voto la loro fiducia, pur sapendo che con la mia barchetta a remi non potevo fare nulla contro le portaerei partitiche. Ad una elezione parlamentare il mio ex partito, che non aveva praticamente più nulla a che fare col partito che fu, candidò un personaggio impresentabile, uno di quei grigi burattini che in caso di elezione voteranno in parlamento a comando, come dei cagnolini addestrati. Per un paio di punti in percentuale non fu eletto ed un rappresentante del mio ex partito mi disse che era stata colpa mia e che non mi sarei dovuto presentare. La sua affermazione mi riempì di gioia! Gli dissi che se così fosse era come se avessi vinto le elezioni. Avevo dato un bel calcione alla malapolitica. È vero che così invece di un indegno di sinistra fu eletto un indegno di destra. Cambiava qualcosa? No.

Ora, questa volta mi candido sul serio, perché sono convinto che dopo tanto tempo sia venuto il momento di far rinascere la buona politica e combattere corruzione e malaffare dall'interno delle istituzioni, in particolare a Genzano. La scelta del candidato sindaco non poteva essere migliore e le liste che lo appoggiano fanno ben sperare che prima o poi insieme riescano a creare una nuova forza politica democratica genzanese. Genzano è spesso stato paragonato ad un laboratorio politico e mi pare che anche questa volta sarà capace di dare un grande contributo.

Per concludere tramite questo blog intendo aprire un dialogo con gli elettori, proporre le mie idee, rispondere alle domande che mi saranno poste e cercare di convincere più persone possibile a votare per Carlo Zoccolotti a Sindaco, senza dimenticare di darmi la loro preferenza.

E come si dice in neoitaliano: Stay tuned!

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